La storia
Dal Medioevo fino al Rinascimento, ben prima della sua trasformazione in residenza privata e aperta all’ospitalità, la Dimora Storica Le Logge di Silvignano è stata una villa fortificata a guardia del Passo della Spina, nell’allora Stato Pontificio.
In quell’epoca, il Contado di Spoleto contava un’ottantina tra ville e castelli, questi ultimi dotati sempre di cinta muraria. Le dimore comunicavano a vista tra loro o mediante l’invio di piccioni viaggiatori, alloggiati nelle tante colombaie nel territorio, architetture a tetto unico spiovente che esercitano ancora, in questo paesaggio di borghi, ulivi e colline boschive, un grande fascino.
Prive di mura, le ville avevano funzione di difesa e di riscossione di pedaggio quando si trovavano in posizione strategica, come la Dimora Storica Le Logge di Silvignano, da diversi anni casa vacanze di grande charme.
A 600 metri di altitudine, nell’avvallamento tra il Monte Poreta e le Rocche di Pianciano, la dimora si trova su quella che era la vecchia strada sterrata tra Campello sul Clitunno e la Via della Spina che, attraversando l’Altipian di Colforito e la Valnerina, arriva fino alle Marche e al Mare Adriatico. Una via di grande importanza storica, questa, che ben spiega la preziosità architettonica della dimora.
A caratterizzare l’attuale country house vocata ormai all’ospitalità è la torre colombaia medievale, parte della casa privata dei proprietari, e un loggiato del XV secolo con arcate poggiate su colonne ottagonali in cotto umbro . Un dettaglio, il taglio in otto facce, simbolo dell’infinito, concesso all’epoca solo alle proprietà dello Stato Vaticano. Tra i più significativi esempi di architettura medievale (XI-XV sec.) del Contado di Spoleto, la villa è tutelata dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali e il Turismo dello Stato Italiano e, dal 2003, fa parte dell’Associazione Dimore Storiche Italiane.
La casa dei proprietari è integrata in modo armonico nell’antico borgo di Silvignano, con fondamenta del XI secolo, cinto da mura dalla metà del XIV secolo, da cui si intravedono, sulla sommità di un monte alle spalle, i ruderi di una torre di avvistamento.
Al borgo fu assegnata una guarnigione militare per difendere le valli di Pettino e della Spina. Con il Castello di Campello e quello dell’Acera, entrò a far parte, a tutti gli effetti, del sistema di difesa del Contado di Spoleto. Nel 1480, Spoleto decretò l’annessione della Villa di Silvignano al Castello di Poreta che la pagò 100 fiorini.
Nel borgo è presente un’interessante Chiesa Romanica dedicata a San Giovanni Evangelista con resti del XII secolo e un bellissimo portale.
L’elemento più interessante di Silvignano resta una preziosa edicola votiva con affreschi della seconda metà del XIV secolo che raffigurano una Madonna in trono, con San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista,con San Giacomo e Sant’Antonio Abate e in alto l’Agnus Dei, attribuiti al Maestro del Dittico Cini . La cappelletta fa parte di un circuito di edicole sulla Via della Spina poste in corrispondenza di incroci viari, dipinte dai Maestri pittori della fabbrica di Giotto della Basilica di Assisi, che così ringraziavano dell’ospitalità ricevuta durante il tragitto verso l’Abruzzo o le Marche. Le edicole avevano la funzione di garantire protezione a chiunque si mettesse in viaggio allontanandosi dalle più sicure mura del borgo.
Ai proprietari piace pensare che proteggano anche i moderni trekker, ciclisti, ospiti e viandanti che trascorrono qualche notte negli appartamenti delle Logge di Silvignano.